Dal Salento con furore ecco le Pittule!
Ottime come antipasti o come contorno ci accompagnano nelle feste di questo periodo: Immacolata, Vigilia di Natale e di Capodanno. La tradizione le vede al fianco delle cosiddette "rape nfucate".
Non posso non pubblicare la filastrocca di queste frittelle
Le pittule ce suntu me sai dire?
Nu picca te farina a mienzu l'uegghiu,
Ma lu Natale nu se po sentire
Se mancanu le pittule : lu megghiu !
Le pittule la sira te Natale
Le frisce mama, iou me le regettu
Su belle caute e nu me fannu male
Puru se quarche tuna brucia mpiettu
Le pittule a Natale su de casa
Pe li signuri e pe li pezzentusi
Le idi tutte ntaula intra la spasa
Le mangianu li ecchi e li carusi
La uei na pittulicchia Mamminieddrhu?
Auru nu tegnu, suntu Frusculieddrhu
Traduzione
Cosa sono le Pittule me lo sai dire?
Un poco di farina nell'olio
Ma il Natale non si può sentire
se mancano le Pittule: le migliori!
Le Pittole la sera di Natale
Le frigge mia madre, io le mangio
Sono belle calde e non mi fanno male
Pure se qualcuna brucia nel petto
Le Pittule a Natale sono di casa
Per i Signori e per i pezzenti
Le vedi tutte in tavola nella ciotola
Le mangiano gli anziani e i ragazzi
La vuoi una Pittulicchia Bambinello?
Non ho altro, sono piccolino
Ingredienti per 2 persone:
250 g di farina 00 (io Molino Rosignoli)
1/2 cubetto di lievito di birra
150 ml circa di acqua tiepida
1 cucchiaini di sale
olio di semi di arachide
1/2 cubetto di lievito di birra
150 ml circa di acqua tiepida
1 cucchiaini di sale
olio di semi di arachide
Sciogliere il lievito in poca acqua. Questo procedimento è molto importante perchè se il lievito non è ben sciolto, durante la frittura potrebbero scoppiare.
Impastare la farina con il sale, il lievito e l'acqua sbattendo ripetutamente sulle pareti della ciotola. In questo video si può vedere come dovrebbero essere impastate
L'impasto dovrà risultare molto morbido e colloso tanto da rimanere attaccato sulle dita.
Coprire la ciotola con un canovaccio e lasciar lievitare per un'ora o fino a quando l'impasto sarà triplicato.
Riscaldare abbondante olio per friggere e versare all'interno l'impasto stringendo una pallina di pasta tra l'apertura del pollice con la mani inumidite. In alternativa si può usare un cucchiaio avendo l'accortezza di bagnarlo ad ogni cucchiaiata.
Le pittule devono galleggiare nell'olio ed essere rigirate per colorire in modo uniforme.Scolarle con una schiumarola appena raggiungono un colore giallo oro, su carta assorbente.
Servire caldissime.
Nell'impasto base si possono aggiungere altri ingredienti: pomodorini, olive nere denocciolate, capperi, acciughe sott'olio, cime di cavolo lesse, cime di rape stufate, baccalà in umido, borragine lessa, ed ancora zucchine o funghi trifolati, carciofi, cozze e tutto quello che ci suggerisce la fantasia!
Curiosità: questa è una tra le tante ricette salentine le cui origini si perdono nel tempo. Le "pittule o pittole, pèttole o pèttule" che dir si voglia, venivano preparate quasi esclusivamente nei giorni di festa. Con i loro ingredienti, ricordano ancora una volta il pane: farina, acqua, lievito e sale, semplici ma molto stuzzicanti, un involucro croccante che racchiude un cuore di pasta morbida.
Molti ristoratori locali le propongono come antipasto fisso magari con qualche nota innovativa, come le più sfiziose "pittule" con le cozze di mare. Nelle famiglie, invece, restano una consuetudine per le ricorrenze religiose, come per San Martino, ottime con un buon bicchiere di vino novello, per la vigilia dell'Immacolata, per quella di Natale, di Capodanno e Pasqua. Da provare al naturale, anche fredde il giorno dopo, inzuppate nel miele, oppure nel cotto di vino o di fichi, o semplicemente ripassate nello zucchero, per una dolcissima colazione. (Fonte Lecceprima.it)
Molti ristoratori locali le propongono come antipasto fisso magari con qualche nota innovativa, come le più sfiziose "pittule" con le cozze di mare. Nelle famiglie, invece, restano una consuetudine per le ricorrenze religiose, come per San Martino, ottime con un buon bicchiere di vino novello, per la vigilia dell'Immacolata, per quella di Natale, di Capodanno e Pasqua. Da provare al naturale, anche fredde il giorno dopo, inzuppate nel miele, oppure nel cotto di vino o di fichi, o semplicemente ripassate nello zucchero, per una dolcissima colazione. (Fonte Lecceprima.it)
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